Titolo originale: Unnatural exposure
Autore: Patricia Cornwell D.
1ª ed. originale: agosto 1998
Data di Pubblicazione: settembre 1998
Genere : Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Lingua: Inglese
Traduzione: Renato Pera
Protagonisti : Kay Scarpetta
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Kay Scarpetta è alle prese con la sua indagine più rischiosa. Dopo aver ricevuto un oscuro e terribile messaggio elettronico, scopre infatti di essere il bersaglio numero uno di un folle "untore" capace di diffondere le più orrende malattie attingendo a un sofisticato arsenale di armi batteriologiche. Deadoc, il Dottor Morte, sta cercando di contagiare l'umanità con un virus misterioso, peggiore del vaiolo. E dopo aver terrorizzato Kay con messaggi e immagini di inaudita violenza, riuscirà ad arrivare tanto vicino a lei da inocularle il virus... Sarà in grado la dottoressa-poliziotto più famosa del mondo di penetrare nella mente malata di Deadoc e fermarlo? O cadrà vittima di un raffinato carnefice sospinto da un odio tanto brutale quanto insensato? Scoprirlo significherà trattenere il fiato insieme a lei. Fino all'ultimo, senza nessuna certezza.
Incipit:
1
A Dublino era una notte fredda e tersa e il vento gemeva fuori della mia stanza come un'orchestra di cornamuse. Le folate scuotevano i vetri delle vecchie finestre, come spiriti che si rincorrevano. Sistemai per l'ennesima volta i cuscini e mi sdraiai in un viluppo di lenzuola irlandesi, ma non riuscii a prendere sonno. Mi tornavano in mente le immagini di quella giornata, immagini di corpi senza arti né teste, e mi rizzai a sedere sul letto in un bagno di sudore.
Accesi la luce e subito mi avvolsero le calde boiserie e i rossi tessuti scozzesi dello Shelbourne Hotel. Mi misi addosso la vestaglia senza riuscire a staccare gli occhi dal telefono, accanto al letto sfatto. Erano quasi le due del mattino. A Richmond, in Virginia, erano le nove di sera, e Pete Marino, comandante della Squadra Omicidi del Dipartimento di polizia, se ne stava probabilmente davanti al televisore, fumando o mangiando qualcosa di controindicato per la sua salute, a meno che non fosse fuori per servizio.
Composi il numero e lui sollevò subito il ricevitore, come se stesse attendendo quella chiamata accanto al telefono.
«Dolcetto o scherzetto.» Aveva il vocione di chi è quasi completamente ubriaco.
«Sei in anticipo su Halloween di almeno un paio di settimane.» Cominciavo a pentirmi di averlo chiamato.
«Capo?» Fece una pausa, perplesso. «Sei tu? Sei tornata a Richmond?»
«No, sono ancora a Dublino. Cos'è questa confusione che sento?»
«Sono con ì ragazzi, e abbiamo certe brutte facce che non ci servono le maschere. Qui ogni giorno è Halloween. Ehi, Bubba sta bluffando!»
«Per te c'è sempre qualcuno che bluffa» scattò una voce in lontananza. «È una deformazione professionale di voi investigatori.»
«Ma che vai dicendo? Se Marino è un investigatore, io sono il presidente degli Stati Uniti.»
Udii in sottofondo risate e altri commenti beffardi.
«Stiamo giocando a poker» mi spiegò Marino. «Che diavolo di ora è da quelle parti?»
«Meglio che non te lo dica. Avrei delle notizie poco piacevoli, ma forse è il caso che ne parliamo un'altra volta.»
«No, no, aspetta. Sposto il telefono. Merda, il filo è tutto aggrovigliato, sai come succede. Maledizione.» Udii il suono pesante dei suoi passi e una sedia che veniva fatta strisciare sul pavimento. «Okay, capo, che diavolo succede?»
Nei romanzi di Patricia Cornwell è frequente imbattersi nel classico serial killer – ognuno col suo particolare quadro psicologico ed annesso modus operandi alle spalle – ma in Morte innaturale, oltre ad uno spietato nemico in carne ed ossa c’è qualcos’altro da cui salvare le vittime del caso. Infatti il protagonista in negativo del romanzo è una nemesi invisibile, quasi uno sdoppiamento malvagio della dottoressa Kay Scarpetta, con la quale comunica lanciando i suoi enigmi e le sue sfide esclusivamente attraverso un mezzo virtuale come le e-mail. Come di consueto nelle avventure dedicate al capo medico legale della Virginia, la storia prende l’avvio dal ritrovamento di un cadavere sconosciuto, nel dettaglio trattasi dei resti di una donna reperiti in una discarica. Si tratta di un corpo orrendamente mutilato, al quale mancano le braccia, la testa e le gambe: un lavoro crudele e svolto con precisione, quasi fosse opera di un esperto del settore. Ma la vittima nasconde qualcosa di ancora più pericoloso: l’autopsia rivela infatti che il corpo della donna era affetto da un virus sconosciuto, potenzialmente in grado di scatenare un’epidemia incontrollabile. E a colorare di nero il quadro dell’indagine, a Kay Scarpetta iniziano anche ad arrivare via Internet sinistri messaggi corredati di immagini fotografiche della scena del delitto, ed è sinistro anche il nome del mittente: Deadoc, equivalente più o meno a “Dottor Morte”. In Morte innaturale la suspense non cala mai ma aumenta col susseguirsi delle pagine, via via che la scrittrice americana ci guida fino alla sorprendente soluzione del caso. Gli amanti di vecchia data della Cornwell faranno bene a non perdersi un epilogo che, pure, ha non poche sorprese in serbo per l’anatomopatologa di Richmond.