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IL BARONE DI MUNCHAUSEN
(Baron Prášil - The Fabulous Baron Munchausen, 1962) XivD - ITA CZE AC3 - sub Ita Eng Fre Esp Hun di Karel Zeman MAGGIORI INFORMAZIONI / MORE INFORMATION: http://forum.tntvillage.scambioetico.org/tntforum/index.php?showtopic=270102 ITALIAN & CZECH BONUS Un documentario sull'arte di Karel Zeman realizzato dalla televisione ceca. Hardsub in italiano. L'immaginazione al potere! Quando un ipertecnologico astronauta calca per la prima volta il suolo lunare, scopre che... non è il primo a calcarlo! Lo hanno preceduto, infatti, e senza bisogno di grandi tecnologie, Impey Barbicane, il capitano Nicholl e Michel Ardan, ossia i protagonisti del romanzo “Dalla Terra alla Luna” di Jules Verne. Gli onori di casa proseguiranno con il ciarliero Cyrano de Bergerac (che li ha anticipati almeno di un paio di secoli) e l'immancabile Barone di Munchausen. Confuso per un selenita (ossia un abitante della Luna), il giovane astronauta verrà condotto dal barone in un viaggio all'interno del “suo” mondo, dove potrà apprezzarne le gioie: avventure strabilianti, belle fanciulle da salvare, duelli mozzafiato, viaggi incredibili... Comincerà così un'avventura che è, prima di tutto, un'avventura per gli occhi e per la fantasia. Karel Zeman, da buon prestidigitatore della videocamera, costruisce trucchi su trucchi, tromp l'oeil su tromp l'oeil, per dimostrare che l'immaginazione è, tutto sommato, ancora al potere. E lo sarà anche in futuro! The Fabulous Baron Munchausen (Czech: Baron Prášil) is a 1961 tinted Czechoslovak romantic adventure film directed by Karel Zeman, based on the tales about Baron Münchhausen. The film combines animation with live-action and is heavily stylised. The film begins with footsteps leading to a pond. The camera continually moves upwards to show the flight of butterflies, birds, and a progression of historical aircraft ending with a rocketship travelling through space and landing on the moon. The astronaut/cosmonaut leaves his spacecraft and sights other footsteps on the moon leading him to an old phonograph, then a crashed rocket with a plaque reading Jules Verne's From the Earth to the Moon. Taken to a dinner table, the surprised space traveller meets the characters from Verne's book and Baron Münchhausen. Inviting him to their table, the characters believe that the cosmonaut is a man actually from the moon, and kindly treat him as a small child. The Baron decides to take him to Earth in a fanciful airship held up by a herd of winged horses. The Baron dresses the spaceman, called "Joey" in the English dubbed version and "Tonik" in the original Czech, in 18th Century costume where they land in 18th Century Turkey. Speaking in an unintelligible voice that he calls the "language of diplomacy" the Baron presents Joey to the Sultan. However Joey's lack of knowledge of diplomatic protocol and his falling in love with Princess Bianca, a damsel in distress held prisoner by the Sultan leads to a series of romantic and fanciful adventures that transform the modern scientific space traveller into a hero rivalling the Baron. Among the exciting and satiric adventures are sword and sea battles with the Turks, being swallowed by a giant fish, and ending the conflict between two warring kingdoms. FINALMENTE CON IL DOPPIAGGIO ITALIANO! Ero davvero un bambinetto quando alla tivù italiana davano ancora Il barone di Munchausen di Karel Zeman. Risentirlo in italiano dopo tanti secoli è stata un'esperienza... ORRIBILE! Oh, sì, purtroppo. Se c'è un film sconciato all'inverosimile da un doppiaggio, di certo è questo. Il film originale è ricchissimo di silenzi. L'inizio, uno dei più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, è stupefacente e perfetto. Finché non lo si vede in italiano: ecco che, colti da un vero e proprio horror vacui, gli adattatori hanno deciso di infarcirlo di parole, per spiegare tutto a tutti e tutto davvero male. Perché la tristissima operazione di riempire i lunghissimi silenzi del film originale li ha condotti verso qualcosa che oltrepassa il ridicolo: battutine garbate da Carosello, riferimenti ormai indecifrabili a una realtà locale di quegli anni e via di questo passo... Ripeto: il risultato oltrepassa il ridicolo, supera il grottesco e precipita nel patetico: quel che ne esce è un film completamente stravolto, svigorito, umiliato, ridotto al rango di pellicola di serie Z per intrattenimenti ebefrenici. Finalmente con il doppiaggio italiano, certo! Ma, a questo punto, soltanto per puri e semplici motivi storici, perché di certo al capolavoro di Zeman non rende certo un favore. Anzi, devastandolo all'inverosimile, lo riduce a una fiacca barzelletta. Meglio guardarlo con i sottotitoli. E buona pace a chi non li sopporta... A PROPOSITO DI SOTTOTITOLI Due parole sui sottotitoli italiani, di cui troverete comunque una legenda all'interno del file. Innanzi tutto, ci sono quelli integrali del dvd originale, in formato idx+sub, che mi paiono ricavati dall'edizione spagnola (di cui, tra l'altro, ho messo la cover all'inizio di questa release), seguiti da quelli sempre integrali ma in formato srt, realizzati ottimamente dai sub inglesi (se non mi sbaglio) dal nostro caro Alexx, anche lui di TNT, che ringrazio: ricordo che Alexx ha rilasciato sulla nostra board un'eccellente release de Il barone di Munchausen in ceco (Baron Prásil con i sub italiani. Ecco: quelli qui presenti sono gli stessi. GRAZIE, ALEXX! In formato idx+sub ci sono anche i sottotitoli FORZATI, ossia quelli che compaiono soltanto dove manca il dialogo italiano, a causa del taglio di una scena. Già, perché il film è stato anche tagliato, dato che non basta rovinarlo con un testo insulso. COME BONUS, vi regalo un delizioso piccolo documentario che la televisione ceca realizzò in onore di Zeman ai tempi della sua scomparsa. I sottotitoli italiani sono hardsub, consì non impazzirete a trovarli. Guardatelo perché per alcuni versi è illuminante, soprattutto in un'epoca come la nostra in cui il computer regna sovrano! Ma di chi è questa Luna? Il 25 maggio 1961, mentre Karel Zeman dava gli ultimi ritocchi al suo Baron Prášil, il presidente americano John Fitzgerald Kennedy pronunciò lo storico discorso dove prometteva agli USA e al mondo che il primo uomo sulla Luna sarebbe stato americano. Ai russi, ovviamente, la cosa non andò molto giù... Russi, americani, magari marziani... Ma di chi è questa benedetta Luna? Zeman non ha dubbi: gara davvero inutile quella fra le superpotenze! La Luna ha già un conquistatore. Anzi, una conquistatrice: l'immaginazione. L'immaginazione che ha dato vita a grandi e temerari personaggi, Barone di Munchausen compreso, che hanno saputo vincere gli impedimenti del tempo e dello spazio per andare là dove nessun uomo è mai giunto prima. E allora, perché mai la damigella salvata dall'harem del sultano turco dovrebbe preferire il mondo dell'astronauta Tonik, si chiede perplesso e deluso il Barone? Il suo mondo, quello del Barone, è pieno di imprese impossibili, animali fantastici, avvenimenti inimmaginabili... Non è mille volte migliore di quello della tecnologia, della scienza, del buonsenso comune? Il finale renderà giustizia a tutto e tutti: il mondo potrà anche scegliere la via della tecnologia, ma l'immaginazione (e con essa i pazzi, gli avventurieri, i poeti e gli artisti, gli inguaribili romantici e, naturalmente, gli innamorati) resterà sempre al potere. Nella tuta dell'astronauta c'è sempre posto per un guanto da cavaliere che stringe un mazzo di rose per la sua bella. E poco importa, a quel punto, che s'indossi un'armatura medievale o uno scafandro per immergersi negli abissi dello spazio profondo. Il risultato non cambia: gratta gratta, alla fine l'immaginazione è l'unica vera spinta propulsiva anche della scienza e della tecnica. Per questo non sembra affatto fuori luogo l'inno all'avventura ardimentosa che Cyrano pronuncia in chiusura del film: fra scienza e fantasia (a differenza che fra gli uomini) non c'è competizione, perché la tecnologia è figlia anch'essa del sogno, soltanto un altro degli strumenti umani creato per ampliare i confini del proprio mondo ristretto e conquistarne altri, sempre più lontani e imprevedibili. Se L'invenzione diabolica è il capolavoro di Zeman e L'arca del signor Servadac il suo testamento spirituale, Il barone di Munchausen può a buon diritto essere considerato il suo manifesto artistico. Non soltanto per la poetica di fondo, di cui ho appena detto, ma anche del suo modo di interpretarla cinematograficamente. Questo film, costruito su grandi visioni e altrettanto grandi silenzi (parlo della versione originale, non di quella fastidiosamente ciarliera italiana), possiede una perfezione ritmica che raccoglie in sé mille tr{spam link removed}oni letterarie e visive. Come al solito, le suggestioni che il film lascia alla fine della visione sono innumerevoli. Ve ne offro una come spunto: gli effetti speciali. Mentre l'odierna industria cinematografica usa gli effetti speciali per rendere “più vere del vero” scene di grande impatto, per quanto improbabili (così come i dinosauri di Spielberg sono "tangibili" quindi "reali", poiché il cinema deve porsi come arte illusoria assoluta), gli effetti speciali di Zeman non vanno mai in direzione della verosimiglianza. L'effetto, nel regista ceco, si trasforma invece in una nuova figura retorica della visione. Fa, insomma, le veci di quanto la metafora, la similitudine, la metonimia, ecc. ecc. fanno in letteratura. Si prenda, ad esempio, l'incendio del palazzo turco. Zeman non imita fiamme, ma tutto fa avvolgere di fumo rosso carminio. La suggestione a cui rimanda non è quella dell'imitazione del reale, quanto alla sua interpretazione letteraria, realizzata attraverso un'immagine e non una parola. Cinema in senso assoluto, insomma, e grandissimo cinema. Oggi, un'opera come questa sarebbe definita “avanguardia”! Karel Zeman Karel Zeman è nato il 3 novembre 1910 a Ostroměř vicino a Nová Paka, in quello che era allora l'Impero astro-ungarico, ed è morto a Zlín, il 5 aprile 1989, nella vecchia Cecoslovacchia. E' stato un animatore e regista ceco, considerato il padre del cinema d'animazione nazionale (la madre è senz'altro Hermina Týrlová, un'autentica pioniera nel campo dell'animazione a passo uno) e uno dei più grandi di tutti i tempi. Cominciò a interessarsi di marionette mentre frequentava una scuola d'economia e finanza, tanto che alla fine decise di proseguire gli studi frequentando un'accademia d'arte pubblicitaria in Francia. Dopo la laurea, trovò lavoro in uno studio pubblicitario a Marsiglia. La sua prima esperienza d'animazione l'ebbe proprio qui, mentre creava la pubblicità per una zuppa in scatola. Quando tornò in Cecoslovacchia, proseguì a lavorare per la pubblicità, soprattutto nelle grandi aziende Bat'a e Tatra. Fu a quei tempi che Zeman decise di mostrare un campione del suo lavoro al regista Elmar Klos, che subito gli offrì un posto nel nascente studio d'animazione a Zlín, nel 1943. Lì incontrò l'animatrice Hermina Týrlová, l'altra grande iniziatrice della scuola ceca d'animazione. Insieme realizzarono Vánoční sen (Sogno di Natale), che vinse il premio per il miglior corto animato al Festival di Cannes del 1946: Zeman era sulla strada giusta per diventare un grande nome dell'animazione mondiale. Il suo primo progetto fu una popolare serie di cortometraggi che avevano come protagonista un personaggio di nome Mr. Prokouk. Si trattava di storie umoristiche che ruotavano attorno a problemi di vita quotidiana: "Mr. Prokouk in ufficio", "Mr. Prokouk inventore" e così via. Il suo vero film animato vero e proprio, però, fu Král Lavra (Re Lavra, basato su una poesia del poeta cecoslovacco Karel Havlíček Borovský), che gli valse un premio nazionale nel 1950. Nel 1955, Zeman realizzò il suo primo lungometraggio in tecnica mista, dove attori in carne e ossa si muovevano con personaggi animati, con grande uso di effetti speciali: Cesta do pravěku (Viaggio nella preistoria), un lavoro che - a quei tempi - riuscì davvero a sbalordire il mondo per il suo impensabile realismo. Quattro anni più tardi vede la luce il suo capolavoro, questo Vynález zkázy (La diabolica invenzione), aprendo al cinema un nuovo mondo di possibilità, esplorate successivamente in opere altrettanto riuscite come Ukradená vzducholoď (Il dirigibile rubato, conosciuto in Italia anche come "I ragazzi del capitano Nemo") e Na kometě (Sopra la cometa), tutte ispirate a romanzi dello scrittore francese Jules Verne, e in storie classiche come Baron Prášil (Il barone di Munchausen) e molte altre. Una delle più caratteristiche tecniche di Zeman è l'uso di fondali dipinti come vecchie illustrazioni di libri, con attori in carne e ossa che interagiscono con oggetti e finzioni d'ogni tipo con grande realismo e naturalezza. Queste realizzazioni, di incredibile perizia tecnica, assieme alle sue storie intrise di fantasy e fantascienza al tempo stesso, gli conferirono fama internazionale riconosciuta da molti successivi artisti da lui ispirati. Una dettagliata filmografia del regista, molto bella anche a vedersi, si trova su QUESTO SITO, purtroppo interamente scritto in polacco (ma val la pena farci un giretto... Le immagini sono belle e vi faranno sicuramente venire in mente dove avete visto i suoi film). L'edizione integrale dei film a cui questo sito fa riferimento è quella in 10 dvd, bellissima e costosa, edita in Giappone. Karel Zeman (November 3, 1910 - April 5, 1989) was a Czech film director, artist, production designer and animator. Because of his creative use of special effects and animation in his films, he has often been called the "Czech Méliès." Zeman was born on November 3, 1910, in Ostroměř (near Nová Paka) in what was then Austria-Hungary. In the 1920s, he studied at a French advertising school, and worked at an advertising studio in Marseilles until 1936. It was in France that he first worked with animation, filming an ad for soup. He then returned to his home country (by now Czechoslovakia), after visiting Egypt, Yugoslavia, and Greece. Back in Czechoslovakia, Zeman advertised for Czech firms like Baťa and Tatra. At Baťa's window-dressing school, where he was teaching, Zeman met the animator Elmar Klos and showed him a sample of his work. Klos offered Zeman a job at Zlín's animation studio. After some consideration (his wife and children were already established in Brno), Zeman accepted the job in 1943. At the studio, Zeman met the pi Sharing WidgetScreenshots |