Wikiradio 238 - Farian Sabahi - Reza Pahlavi - 12-12-2012.mp3

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Wikiradio 238 - Farian Sabahi - Reza Pahlavi [Mp3 Ita] [TNTvillage]



Wikiradio
Anno: dal 2011
Genere: Cultura
Durata: LUN - VEN 14.00 - 14.30
Rete: Radio 3
A cura di Federica Barozzi
con Giancarlo Mancini, Clementina Palladini e Lorenzo Pavolini
Le musiche sono scelte dalla redazione di Musicatre





Wikiradio costruisce giorno per giorno una sorta di almanacco di cose notevoli ed utili da sapere per orientarsi nella nostra modernità. Ogni puntata racconta un evento accaduto proprio nel giorno in cui va in onda, intrecciando il passato con il presente, la memoria storica con ciò che oggi essa significa per noi.
Dalla storia all'economia, dal cinema alla scienza, la letteratura, il teatro, le arti visive, la musica, i grandi momenti che hanno segnato un punto di svolta raccontati da esperti, studiosi, critici, con spezzoni di repertorio, sequenze cinematografiche, brani musicali, in un articolato mosaico che vuole restituire agli ascoltatori tutti i significati possibili di un avvenimento.
Il nome ricorda volutamente Wikipedia, infatti il programma auspica di creare una libera enciclopedia di voci narranti.







12-12-2012

FARIAN SABAHI

racconta

REZA PAHLAVI


Alla fine della prima guerra mondiale, la Persia attraversava una fase di profonda crisi economica ed estrema debolezza politica. Nel 1919 i britannici tentarono di formalizzare un protettorato tramite l'Accordo Anglo-Persiano, che tuttavia non entrò mai in vigore per le proteste popolari. La Persia risentiva anche gli effetti della rivoluzione bolscevica nel vicino Impero russo. Nel 1920 nella Provincia settentrionale del Gilan vi fu uno sbarco sovietico e fu proclamata una Repubblica Socialista Sovietica Persiana indipendente (RSS Persiana). Nel febbraio del 1921, Reza Khan Mirpanj, questo era il suo nome e grado, compì un colpo di stato assieme al giornalista Seyyed Zyadeddin Tabatabai, che divenne il Primo Ministro. Reza era un comandante militare che era salito nei ranghi della Brigata Cosacca, unica unità moderna dell'esercito persiano creata dai russi al tempo degli Zar. Dopo la Rivoluzione d'ottobre gli ufficiali russi si ritirarono ed egli assunse il comando della Brigata, diventando noto come Reza Khan Sardar Sepah. Partendo con le sue truppe da Qazvin, 150 chilometri a ovest di Teheran, il Generale Reza Khan catturò i punti nevralgici della capitale senza quasi incontrare resistenza e costrinse il governo a dimettersi. Il suo primo incarico fu quello di comandante dell'esercito, che in seguito combinò con quello di ministro della guerra, assumendo allo stesso tempo il titolo di Sardar Sepah. Fino al 1923 ci furono dei primi ministri civili, ma il futuro monarca incrementò ben presto i suoi poteri. Sul modello di Mustafa Kemal Atatürk in Turchia, Reza Khan puntava al potere assoluto per poter imporre una modernizzazione del Paese. Nel 1923 divenne quindi Primo Ministro, e subito dopo Ahmad Qajar, ultimo scià della dinastia Qajar, venne deposto e lasciò il paese per l'Europa. Il 12 dicembre 1925, il Majles dell'Iran, riunito come assemblea costituente, votò per l'incoronazione di Reza Khan come nuovo Scià di Persia. Tra i pochi deputati persiani che si opposero al cambio di dinastia e alla svolta assolutista vi furono l'Ayatollah Modarres e Mohammad Mossadeq, futuro primo ministro.
Il 25 aprile 1926, iniziò per la Persia una nuova era, quando Reza Scià pose sul suo capo la corona imperiale iraniana. Allo stesso tempo, suo figlio Mohammad Reza venne proclamato principe ereditario.
Durante i 16 anni di regno di Reza Scià vennero costruite importanti strade e la ferrovia trans-iraniana, fu introdotto un sistema d'istruzione moderno e venne fondata l'Università di Teheran. Per la prima volta si ebbe un invio sistematico di studenti iraniani in Europa. L'industrializzazione della nazione venne accelerata. I suoi conseguimenti furono grandi, ma per la metà degli anni trenta, lo stile di governo dittatoriale di Reza Scià provocò insoddisfazione in Iran. Durante la sua ascesa al potere si era appoggiato al clero sciita, compiendo anche un simbolico pellegrinaggio sia a Qom che nelle città sante di Najaf e Kerbela in Iraq. Le gerarchie sciite sostennero la sua incoronazione anche per il timore di derive repubblicane sul modello della Turchia, dove Mustafà Kemal aveva addirittura abolito il califfato sunnita. Divenuto scià, Reza abbandonò tuttavia l'alleanza col clero sciita e avviò varie campagne di modernizzazione e laicizzazione del Paese. Di qui la crescente opposizione da parte del clero militante guidato, fin al suo arresto, dall'Ayatollah Modarres. Nel 1933 egli si scontrò con gli inglesi per il rinnovo della concessione petrolifera alla AIOC Anglo-Persian Oil Company. Nel 1935 poi cambiò il nome ufficiale del Paese da Persia a Iran.
Adducendo la preoccupazione a che Reza Scià fosse sul procinto di allineare la sua nazione ricca di petrolio con la Germania nazista, durante la seconda guerra mondiale, il Regno Unito e l'Unione Sovietica lanciarono un ultimatum per l'espulsione dei residenti tedeschi e nel 1941 occuparono militarmente l'Iran. Reza Scià fu costretto ad abdicare in favore del figlio Mohammad Reza Pahlavi. Secondo vari storici, il timore dell'influenza germanica fu solo un pretesto, mentre la vera ragione dell'invasione fu la necessità di aprire una via sicura di rifornimento militare all'Unione Sovietica, allora sotto attacco da parte della Germania nazista.
Reza Scià andò in esilio, prima a Mauritius, e quindi a Johannesburg in Sudafrica, dove morì nel 1944.





Libro di Vita Sackville West
Il più personale dei piaceri, diari di viaggio, Persia 1926-1927"
(lettura di Corinna Lo Castro)

Persepolis, film di Marjane Satrapi del 2007

"Azadeh", Trio Chemirami





FARIAN SABAHI. Giornalista professionista, scrive di questioni islamiche per le pagine di cultura del Sole24Ore, il supplemento Io donna del Corriere della Sera, il settimanale Vanity Fair e il bimensile di politica internazionale East. Collabora a Radio Popolare, Radio24 e Radio Svizzera. Nell’anno accademico 2011-2012 insegna Yémen: Histoire, politique, société alla Facoltà di Lettere dell’Università di Ginevra (primo semestre), Storia dei Paesi islamici all’Università di Torino (marzo e aprile) e Politica ed economia del medio ed estremo oriente all’Università della Valle d’Aosta (maggio). All’università della Valle d’Aosta ha tenuto, nel primo semestre, il modulo Relazioni Internazionali del Medio Oriente. Terrà inoltre un seminario alla Baku State University (in Azerbaigian). E’ autrice di vari saggi tra cui Storia dell’Iran 1890-2008 (Bruno Mondadori, Milano 2009), Un’estate a Teheran (Laterza, Roma 2007, prefazione di Sergio Romano), Islam: l’identità inquieta d’Europa. Viaggio tra i musulmani d’Occidente (Il Saggiatore, Milano 2006, prefazione di Ferruccio De Bortoli) e The Literacy Corps in Pahlavi Iran 1963-1979 (Ed. Sapiens, Lugano 2002). Nel novembre 2010 ha pubblicato Storia dello Yemen (Bruno Mondadori).




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