Wikiradio 081 - Paolo Soldini - Incendio del Reichstag - 27-02-2012.mp3

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Wikiradio

Anno: dal 2011

Genere: Cultura

Durata: LUN - VEN 14.00 - 14.30

Rete: Radio 3

A cura di Federica Barozzi

con Giancarlo Mancini, Clementina Palladini e Lorenzo Pavolini

Le musiche sono scelte dalla redazione di Musicatre



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Wikiradio costruisce giorno per giorno una sorta di almanacco di cose notevoli ed utili da sapere per orientarsi nella nostra modernità. Ogni puntata racconta un evento accaduto proprio nel giorno in cui va in onda, intrecciando il passato con il presente, la memoria storica con ciò che oggi essa significa per noi.

Dalla storia all'economia, dal cinema alla scienza, la letteratura, il teatro, le arti visive, la musica, i grandi momenti che hanno segnato un punto di svolta raccontati da esperti, studiosi, critici, con spezzoni di repertorio, sequenze cinematografiche, brani musicali, in un articolato mosaico che vuole restituire agli ascoltatori tutti i significati possibili di un avvenimento.

Il nome ricorda volutamente Wikipedia, infatti il programma auspica di creare una libera enciclopedia di voci narranti.



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27-02-2012



PAOLO SOLDINI



racconta



L'INCENDIO DEL REICHSTAD



L'incendio del Reichstag fu un incendio doloso al Palazzo del Reichstag a Berlino avvenuto il 27 febbraio 1933. L'evento è considerato cruciale per l'affermazione del nazismo in Germania.

Alle 21:14 della sera del 27 febbraio 1933 una stazione dei pompieri di Berlino ricevette l'allarme che il Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco, stava bruciando. L'incendio sembrò essersi originato in diversi punti, e per il momento in cui polizia e pompieri arrivarono, una grossa esplosione aveva mandato in fiamme l'aula dei deputati. Alla ricerca di indizi, la polizia trovò Marinus van der Lubbe, mezzo nudo, che si nascondeva dietro l'edificio.

Adolf Hitler e Hermann Göring arrivarono poco dopo, e quando gli fu mostrato van der Lubbe, un noto agitatore comunista, Göring dichiarò immediatamente che il fuoco era stato appiccato dai comunisti e fece arrestare i capi del partito. Vengono arrestati e processati i comunisti bulgari Georgi Dimitrov, Blagoj Tanev e Vasil Popov. Hitler si avvantaggiò della situazione per dichiarare lo stato di emergenza e incoraggiare il vecchio Presidente Paul von Hindenburg a firmare il Decreto dell'incendio del Reichstag, che aboliva la maggior parte dei diritti civili forniti dalla costituzione del 1919 della Repubblica di Weimar.

Secondo la polizia, van der Lubbe sostenne di aver appiccato il fuoco per protestare contro il sempre maggiore potere dei nazisti. Sotto tortura, egli confessò ancora, e fu portato in giudizio, assieme ai leader del Partito Comunista all'opposizione. Con i propri capi in prigione e senza accesso alla stampa, i comunisti furono pesantemente sconfitti alle successive elezioni, e a quei deputati comunisti (e alcuni socialdemocratici) che furono eletti al Reichstag non fu permesso, dalle SA, di prendere il loro posto in parlamento. Hitler fu sospinto al potere con il 44% dei voti e costrinse i partiti minori a dargli la maggioranza dei due terzi per il suo Decreto dei pieni poteri, che gli diede il diritto di governare per decreto e sospendere molte libertà civili.

Al Processo di Lipsia, celebrato otto mesi dopo, van der Lubbe fu riconosciuto colpevole e condannato a morte. Fu decapitato il 10 gennaio 1934, tre giorni prima del suo venticinquesimo compleanno.

D'altra parte, in uno degli ultimi atti di uno stato costituzionale, in quello stesso processo la corte del Reichsgericht assolse la dirigenza del partito comunista: cosa ancora più rimarchevole alla luce del fatto che il principale imputato, l'agente del Comintern Georgi Dimitrov, aveva sostenuto, in un clima politico di forti intimidazioni, che i comunisti erano estranei all'incendio e che legittimo era il sospetto che i veri colpevoli fossero Hitler, Goering e Goebbels. Questo fece infuriare Hitler, che decretò che, da quel momento in poi, il tradimento, assieme ad altri reati, sarebbe stato giudicato solamente dal neocostituito Volksgerichtshof (la "Corte del popolo"), che divenne tristemente noto per l'enorme numero di condanne a morte inflitte sotto la guida di Roland Freisler. L'autodifesa di Dimitrov, intanto, veniva tradotta e diffusa in tutto il mondo (si veda il libro "Il processo di Lipsia", Editori Riuniti), mentre in vari paesi inchieste indipendenti dimostravano che tutta la vicenda costituiva una montatura dei nazisti finalizzata a mettere fuori legge il partito comunista e perseguitarne i militanti. In effetti, nelle settimane successive, furono oltre quattromila i quadri del partito a essere arrestati.

Gli storici generalmente concordano che van der Lubbe, talvolta descritto come un mezzo matto o un provocatore, fu in qualche modo coinvolto nell'incendio del Reichstag. L'estensione del danno, comunque, rende molto improbabile che egli, se coinvolto, avesse agito da solo. Considerando la velocità con cui il fuoco invase l'edificio, è quasi certo che una sola persona non avrebbe potuto appiccare un incendio di così vaste proporzioni, e così repentinamente letale; la reputazione di van der Lubbe di essere uno sciocco assetato di fama, e i commenti oscuri di alcuni ufficiali nazisti, oltre a numerosi altri fatti, fanno dunque ritenere alla grande maggioranza degli studiosi che la gerarchia nazista fosse coinvolta nella vicenda, al fine di ottenerne quel guadagno politico che in effetti ci fu, e che cambiò il destino dell'Europa.



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La voce di Hermann Goering

tratta dal documentario televisivo

Doppia sentenza. Chi incendiò il Reichstag? (1980)



Vincitori e vinti diretto da Stanley Kramer (1961)



Heil Hitler

(inno patriottico della Germania nazista)



"Reichstag Fire" di David Rovics



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PAOLO SOLDINI è stato negli anni ’80 corrispondente dell’”Unità” presso la Comunità europea e la Nato a Bruxelles e negli anni ’90 corrispondente in Germania e inviato nei paesi dell’Europa orientale. E’ stato testimone diretto della caduta del Muro di Berlino e degli eventi che segnarono la fine dell’impero sovietico. Esperto di politica internazionale, Soldini ha diretto la redazione europea dell’”Unità”, è stato vicedirettore del “Riformista”, capo ufficio stampa della delegazione italiana del partito socialista europeo e, per cinque anni, capo ufficio stampa del Comune di Roma. Attualmente collabora con l’”Unità”.



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