Wikiradio 071 - Marcello Flores - Aleksander Solgenitsi [Mp3 Ita] [TNTvillage]
Wikiradio
Anno: dal 2011
Genere: Cultura
Durata: LUN - VEN 14.00 - 14.30
Rete: Radio 3
A cura di Federica Barozzi
con Giancarlo Mancini, Clementina Palladini e Lorenzo Pavolini
Le musiche sono scelte dalla redazione di Musicatre
Wikiradio costruisce giorno per giorno una sorta di almanacco di cose notevoli ed utili da sapere per orientarsi nella nostra modernità. Ogni puntata racconta un evento accaduto proprio nel giorno in cui va in onda, intrecciando il passato con il presente, la memoria storica con ciò che oggi essa significa per noi.
Dalla storia all'economia, dal cinema alla scienza, la letteratura, il teatro, le arti visive, la musica, i grandi momenti che hanno segnato un punto di svolta raccontati da esperti, studiosi, critici, con spezzoni di repertorio, sequenze cinematografiche, brani musicali, in un articolato mosaico che vuole restituire agli ascoltatori tutti i significati possibili di un avvenimento.
Il nome ricorda volutamente Wikipedia, infatti il programma auspica di creare una libera enciclopedia di voci narranti.
13-02-2012
MARCELLO FLORES
racconta
ALEKSANDER SOLGENITSIN
A quarantadue anni, Solgenitsin avvicinò il poeta e capo redattore del Novyj Mir Aleksandr Tvardovskij col manoscritto di Una giornata di Ivan Denisovic. Il romanzo venne pubblicato nel 1962 con l'esplicita approvazione di Nikita Chruscev – Tvardovskij capì che era necessario per un romanzo di quel genere – e rimase l'unico lavoro Solgenitsin pubblicato in Russia fino al 1990.
Una giornata di Ivan Denisovic ebbe molto successo (venne anche paragonato alla Casa dei morti di Dostoevskij) e portò i gulag all'attenzione dell'occidente. Provocò molte reazioni anche in Unione Sovietica non solo per il crudo realismo e la franchezza, ma anche perché era il maggior romanzo di argomento politico nella letteratura sovietica dagli anni venti, scritto da un membro esterno al partito, addirittura da un uomo che era stato in Siberia per "discorsi diffamatori" (la lettera su Stalin) su leader politici, senza per questo subire censura. In questo senso la pubblicazione del romanzo fu un esempio quasi senza precedenti di libertà, un affrontare liberamente la politica attraverso il mezzo letterario. Molti lettori sovietici lo capirono, ma dopo che Chruscev perse il potere nel 1964, il tempo per tali romanzi si avviò lentamente verso la fine. Solgenitsin non si arrese e tentò, con l'aiuto di Tvardovskij, di pubblicare Padiglione cancro in Unione Sovietica. Questo doveva però essere approvato dall'Unione degli Scrittori Sovietici, e sebbene molti lo avessero apprezzato, fu negata la pubblicazione in quanto non corretto e sospettato di insinuazioni e affermazioni antisovietiche (questo momento decisivo è documentato in La quercia e il vitello: saggi di vita letteraria).
La stampa di questo lavoro fu rapidamente fermata; dato che era uno scrittore, fu soggetto a vessazioni, e, nel 1965, il KGB sequestra molti dei suoi manoscritti, compreso quello di Il primo cerchio. Nel frattempo Solgenitsin continua segretamente il febbrile lavoro ad uno dei suoi libri più sovversivi, il monumentale saggio di inchiesta narrativa (come definito nella prima pagina) Arcipelago Gulag. Il sequestro di una delle due sole copie del manoscritto da parte del KGB (seguito dal suicidio della sua assistente che aveva confessato, sotto interrogatorio, il luogo dove era nascosto) lo fece inizialmente disperare, ma gradualmente essere libero dalla pretesa di essere uno scrittore "ufficialmente acclamato", lo fece avvicinare alla sua seconda natura, la quale fu sempre più rilevante, di scrittore e testimone della resistenza russa al totalitarismo comunista.
Sfuggito ad un tentativo di avvelenamento da parte degli organi di sicurezza nel 1968, nel 1970 Solgenitsin fu insignito del Premio Nobel per la letteratura. A quel tempo non poté ricevere personalmente il premio a Stoccolma, perché temeva di non poter più ritornare dalla sua famiglia in Unione Sovietica una volta andato in Svezia. Propose di ricevere il premio in una speciale cerimonia all'ambasciata svedese a Mosca. Il governo svedese però rifiutò l'offerta perché tale cerimonia e la conseguente copertura mediatica potevano turbare il governo sovietico e quindi le relazioni diplomatiche con la Svezia. Alla fine Solgenitsin ricevette il Premio Nobel nel 1974, dopo essere stato espulso dall'Unione Sovietica.
Arcipelago Gulag è un saggio narrativo, fra le più lucide e complete denunce dell'universo concentrazionario. Oltre alla propria esperienza personale, Solgenitsin raccolse le testimonianze di altri 227 ex prigionieri e condusse alcune ricerche sulla storia del sistema penale sovietico. Il saggio tratta delle origini dei gulag all'epoca di Lenin e la vera creazione del regime comunista, descrivendo nei dettagli la vita nei campi di lavoro, gli interrogatori, il trasporto dei prigionieri, le coltivazioni nei campi, le rivolte dei prigionieri e la pratica dell'esilio interno. La pubblicazione del libro in occidente portò la parola gulag nel vocabolario della politica occidentale e gli garantì una veloce punizione da parte delle autorità sovietiche.
Solgenitsin, a causa della sua popolarità in occidente, si guadagnò l'inimicizia del regime sovietico. Avrebbe potuto emigrare anche prima dell'espulsione, ma aveva sempre espresso il desiderio di restare nella sua madrepatria e lavorare dal suo interno per cambiarla. In questo periodo fu difeso dal violoncellista Mstislav Rostropovic, che a causa del suo supporto a Solgenitsin fu costretto all'esilio.
Il 13 febbraio del 1974 Solgenitsin fu deportato dall'Unione Sovietica in Germania Ovest e privato della cittadinanza sovietica. Il KGB trovò il manoscritto della prima parte di Arcipelago Gulag. Proprio qualche ora prima che venisse arrestato e mandato in esilio, il 12 febbraio 1974, Solgenitsin scrisse forse la sua opera più significativa, l'appello "Vivere senza menzogna". Meno di una settimana dopo le autorità sovietiche agirono contro Evgenij Evtusenko per il suo appoggio a Solgenitsin.
Stasera - Settimanale di attualità (15/2/1974)
Il volo di Eugenio Finardi
MARCELLO FLORES insegna Storia contemporanea e Storia comparata alla facoltà di Lettere dell'Università di Siena, dove dirige anche il Master in Human Rights and Humanitarian Action. È stato direttore della rivista "I viaggi di Erodoto" e collabora con la rivista "il Mulino". Fa parte del comitato scientifico per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani sull'Armenia. Ha pubblicato: L'immagine dell'Urss. L'occidente e la Russia di Stalin (il Saggiatore 1990), L'età del sospetto. I processi politici della guerra fredda (il Mulino 1995), 1956 (il Mulino 1996), In terra non c'è il paradiso. Il racconto del comunismo (Baldini&Castoldi 1998), Storia, verità, giustizia. I crimini del xx secolo (a cura di, Bruno Mondadori 2001), Il secolo-mondo. Identità e globalismo nel XX secolo (il Mulino 2002), 1917 (Einaudi, 2007), Il genocidio degli Armeni (Il Mulino, 2007), Storia dei diritti umani (Il Mulino, 2007), La fine del comunismo (Bruno Mondadori, 2011).
File Details
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Name..........: Wikiradio 071 - Marcello Flores - Aleksander Solgenitsin - 13-02-2012.mp3
Filesize......: 20.1Mb
Audio Bitrate.: 96Kbps
Audio Freq....: 48KHz
Audio Channels: Stereo
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