QUATERMASS
QUATERMASS
Titolo: Quatermass
Data Uscita: 1970
Genere: Progressive Rock
Etichetta: Emi - Repertoire
- John Gustafson / bass, vocals
- Peter Robinson / keyboards
- Mick Underwood / drums
1. Entropy 1:13
2. Black Sheep of the Family 3:33
3. Post War Saturday Echo 9:47
4. Good Lord Knows 2:53
5. Up on the Ground 7:01
6. Gemini 5:54
7. Make Up Your Mind 8:43
8. Laughin' Tackle 10:41
9. Entropy(reprise) 0:36
CD BONUS TRACKS
10. One Blind Mice 3:15
11. Punting 7:18
Succede che la storia della musica giochi degli strani scherzi. Quando ci troviamo di fronte ai Quatermass è il caso di parlare di uno di questi. Una formazione durata due anni, un unico episodio discografico e uno dei dischi più belli e interessanti della storia del progressive inglese. La band si forma nel 1969, quando Ian Gillan lascia gli Episode Six per i Deep Purple e John Gustafson, con lui nella prima band, si unisce a Pete Robinson e Mick Underwood per formare i Quatermass. La formazione è quella a tre, sezione ritmica e tastiere, comune ai ben più celebri Emerson, Lake & Palmer, ma questa volta gestita in modo più equilibrato e razionale. I Quatermass trovano una formula molto più funzionale di quella dei loro fratelli maggiori, senza ostentazioni, eccessivi virtuosismi e ridondanze barocche. In questo li aiutano le loro radici di musicisti preparati (Pete Robinson aveva suonato con Chris Farlowe e poi con Underwood in The James Royal Set, Gustafson proveniva da una lunga gavetta fra collaborazioni e lavoro nei club), le stesse che apriranno loro le porte per future brillanti carriere da session man. L’organo di Robinson è sempre proporzionato a basso e batteria, e soprattutto c’è la consapevolezza di non poter tirar fuori la sonorità di un’orchestra da un organico a tre, con la rivalutazione di una gamma di suoni delicati ed essenziali che mettono in mostra tutte le potenzialità di questo tipo di formazione. Di caratteristico la musica dei Quatermass ha anche la struttura armonica e le aperture melodiche. Dai King Crimson in poi, forse sull’onda di un main stream che ha visto proprio “In The Court Of The Crimson King” come uno dei dischi di riferimento, le melodie progressive si sono articolate su caratteristici intervalli e aperture melodiche. Non ne sono rimasti estranei neanche i gruppi di casa nostra, basti considerare “Impressioni di Settembre” della Pfm e le melodie armoniose che caratterizzano molti dei cantati e delle parti strumentali dei brani del gruppo. I Quatermass invece, contemporanei all’esordio dei King Crimson, molto più spesso sviluppano in direzione prog matrici blues e riferimenti hard rock. La caratteristica più esclusiva della loro musica è il suo essere accuratamente scritta. L’improvvisazione, elemento fondamentale della musica del periodo, diventa un episodio calcolato e organizzato all’interno dell’economia complessiva dei brani. Gli eccessi di gruppi come i diretti fratelli Emerson,Lake&Palmer o i contemporanei Beggars Opera sono estranee ai Quatermass. Qui l’episodio strumentale non è mai digressione casuale ma si presenta come una parte precisa all’interno di un brano scritto, con caratteristiche molto diverse ma funzioni rapportabili a quelle di una strofa o di un ritornello. Anche quando si tratta di un brano strumentale a sé stante, quindi più libero, si rivela una limpida capacità di organizzazione e di gestione delle parti. Peccato che i Quatermass non abbiano trovato l’appoggio necessario per sfondare né si siano imposti con la stessa caparbietà dei King Crimson ( e alla resa dei conti le loro capacità di strumentisti sono bastate per sopravvivere nel mondo della musica), perché il loro unico album, se fosse andato incontro ad un diverso destino, avrebbe avuto tutte le carte in regola per affiancare “In The Court Of The Crimson King” nell’olimpo dei dischi del progressive. Ma la storia non è fatta di se, tanto meno quella della musica. Ciò che invece rimane, testimoniato fra i solchi dell’ormai raro vinile Harvest, è ciò con cui i Quatermass entrarono in confidenza, che per i King Crimson fece la differenza e che invece mancò ad altri gruppi nell’ambito dello stesso genere musicale: il perfetto controllo dei propri mezzi espressivi.
CD FORMATO FLAC
COVER, BOOKLET INCLUSI
TNTVILLAGE.SCAMBIOETICO.ORG