SCHEDA DEL FILM
Titolo: Once Upon a Time in China
Titolo originale: Wong Fei Hung
Nazionalità: Hong Kong
Anno: 1991
Genere: Azione
Regia: Tsui Hark
Cast: Jet Li (Wong Fei-Hung), Yuen Biao (Foon), Jacky Cheung (So),Rosamund Kwan (13^ Zia), Kent Cheng (Wing),Yen Shi-Kwan (Yim), Jonathan Isgar (Jackson)
Produzione: Golden Harvest Company
Distribuzione: Dall'Angelo Pictures
Trama
Nella Cina dell'Ottocento, il maestro Wong Fei-Hung si trova in mezzo a una molteplicità di forze volte a schiacciare la sua vita, quella della sua nazione, e della sua scuola d'armi: infatti il paese, oltre a essere preda di una diffusa criminalità, è minacciato dalla presenza degli inglesi e degli americani, venuti a sfruttare il momento, e a riscuotere tasse.
Recensione
Once Upon a Time in China è un film intimamente politico. Non si può pensare di affrontare la visione tralasciando questo particolare, cercandovi una semplice sequenza di scene d'azione senza soluzione di continuità. Certo, quanto a spettacolarità Tsui Hark non deve prendere lezioni da nessuno, ma il progetto che sta dietro a questa produzione è ben più articolato e sentito. In una Cina crepuscolare e mai così vivida si contrappongono e combattono un turbinio di fazioni diverse e frastagliate, simbolo della confusione e della precarietà in cui vessava il paese sul finire del XIX secolo. Gli americani con la loro propaganda a favore dell'emigrazione, in realtà copertura del traffico di schiavi, gli inglesi con la loro sete di potere, il governo centrale, corrotto e allo sbando, completamente asservito ai dominatori stranieri, le triadi che spadroneggiano nei bassifondi, la chiesa, che ha l'unico scopo di fare proseliti. Nel mezzo di questo debordante caleidoscopio di visuali, svetta la figura tr{spam link removed}onale di Wong Fei-hung che, senza una investitura ufficiale, cerca di mantenere l'equilibrio delle parti all'ombra della sua scuola di arti marziali e per tramite della sua attività di medico-chirurgo. In un crescendo di tensione, la sua posizione precipiterà sempre più nel caos dei diversi modelli culturali. Mentre si reca a prendere il té con il governatore e i più alti rappresentanti inglesi per perorare una maggiore equità nei rapporti, nel locale fanno irruzione alcuni suoi studenti che si stanno battendo contro degli esponenti delle triadi. Da qui la sua posizione inizierà a vacillare e dovrà barcamenarsi per salvare la sua scuola e la Cina intera dalle forze centrifughe che rischiano di sconvolgerla. Se il messaggio è ben chiaro e stranamente radicale, lo è altrettanto la via scelta per rappresentarlo. Viene privilegiato un linguaggio filmico classico e maestoso, ma al contempo capace di rivoluzionare un genere, quello delle arti marziali ad ambientazione storica, da tempo in debito di ossigeno. La commistione diviene il paradigma anche nella messa in scena, riuscendo nel difficile compito di coniugare la forza espressiva di un cinema da sempre interessato alle dinamiche del corpo con i linguaggi della velocità esplorati a partire degli anni '60 nei wuxiapian. Ne risulta un montaggio incalzante (opera del bravo Marco Mak, collaboratore indispensabile a Tsui Hark dai tempi di A Better Tomorrow III), movimenti di macchina fluidi e continui, carrelli che seguono le azioni nel loro svolgersi, ma soprattutto un'attenzione tutta particolare per la fisica e la leggerezza dei corpi in movimento, contrapposta alla pesantezza insita nella staticità. Un'esperienza che da estetica si fa etica nella particolare lucentezza delle emozioni che trascolora in un umanismo positivo e dolce (ne sia un esempio la scena in cui Rosamund Kwan accarezza l'ombra di Jet Li proiettata sulla parete senza che lui se ne renda conto), in cui i personaggi diventano portatori di valori basilari ma tanto più convincenti grazie alla sobrietà e all'equilibrio dimostrato in fase di scrittura. Un cinema asservito ad una spettacolarità compatta e formalmente smagliante, in grado di modernizzare un genere traendolo dalle paludi autoreferenziali nel quale era sprofondato. L'estasi provata durante la visione non è dunque una chimera evocata da pochi fan incalliti, bensì una sensazione che si sedimenta quanto più trascorre il tempo. Le coreografie - vi hanno contribuito martial arts director attivi da anni quali Yuen Shun-yi, Yuen Cheung Yan e Lau Kar Wing - aumentano quindi l'impatto e il coinvolgimento, regalando sequenze raramente viste su schermo; non è un caso che il film venga preso a modello anche a distanza di anni, si pensi ad esempio alla famosa scena finale nel magazzino, con quell'incredibile duello sulle scale in bilico, letteralmente cannibalizzata dall'americano D'Artagnan.
SCHEDA TECNICA
[ Info sul file ]
Nome: CD1.avi
Data: 18/10/2009 09:02:42
Dimensione: 733,517,824 bytes (699.537 MB)
[ Info generiche ]
Durata: 01:01:05 (3665.44 s)
Tipo di contenitore: AVI OpenDML
Streams totali: 2
Tipo stream n. 0: video
Tipo stream n. 1: audio
Audio streams: 1
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JUNK: VirtualDubMod build 2540/release
[ Dati rilevanti ]
Risoluzione: 640 x 272
Larghezza: multipla di 32
Altezza: multipla di 16
[ Traccia video ]
FourCC: xvid/XVID
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Ritardo: 0 ms
[ Traccia audio ]
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Ritardo: 0 ms
[ Info sulla codifica MPEG4 ]
User data: XviD0047
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GMC: No
Interlaced: No
Aspect ratio: Square pixels
Quant type: MPEG
[ Profile compliancy ]
Profilo da testare: MTK PAL 6000
Risoluzione: Ok
Framerate: Ok
Avvertenza: Se vuoi un rapporto più completo e preciso clicca su "Analisi DRF"