Titolo originale: Come Dio comanda
Autore: Niccolò Ammaniti
1ª ed. originale: 2006
Anno di Pubblicazione: 2006
Genere: Romanzo
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri (nuova serie)
Pagine: 495
Sullo sfondo di una desolante periferia si snodano le vicende di Rino e Cristiano Zena, padre e figlio con il loro complesso legame, e quelle degli amici Danilo, segnato dalla morte della figlia di tre anni e dall’abbandono della moglie, e Corrado, quest’ultimo detto Quattro Formaggi per la sua insana passione per la pizza ai quattro formaggi. Rino è un uomo violento, alcolizzato, senza un lavoro stabile, sotto il controllo di un assistente sociale che minaccia di togliergli la custodia del figlio dodicenne. Rino e Cristiano sono uniti da un amore profondo, ma è anche un amore intriso di sopraffazione e violenza, di culto della forza e spirito di sopravvivenza. Il loro rapporto è al centro del racconto. Rino, Danilo e Corrado costituiscono un trio di balordi, quasi un clan. Annaspano nella loro esistenza, travolti dall’odio per chi è diverso da loro o solo più debole e succubi delle paure, delle incertezze, della vita stessa. E proprio come un vero clan, escogitano un modo per uscire da quella miserevole situazione e dare finalmente una svolta alla loro vita: decidono di scassinare un bancomat. Ma la notte in cui è programmato il colpo, diversi tragici eventi cambieranno per sempre le loro esistenze…
Incipit:
PROLOGO.
1.
«Svegliati! Svegliati, cazzo!»
Cristiano Zena aprì la bocca e si aggrappò al materasso come se sotto ai piedi gli si fosse spalancata una voragine.
Una mano gli strinse la gola. «Svegliati! Lo sai che devi dormire con un occhio solo. È nel sonno che t'inculano.»
«Non è colpa mia. La sveglia...» farfugliò il ragazzino, e si liberò dalla morsa. Sollevò la testa dal cuscino. Ma è notte, pensò.
Fuori dalla finestra era tutto nero tranne il cono giallo del lampione in cui affondavano fiocchi di neve grossi come batuffoli di cotone.
«Nevica» disse a suo padre, in piedi al centro della stanza.
Una striscia di luce s'infilava dal corridoio e disegnava la nuca rasata di Rino Zena, il naso a becco, i baffi e il pizzo, il collo e la spalla muscolosa. Al posto degli occhi aveva due buchi neri. Era a petto nudo. Sotto, i pantaloni militari e gli anfibi sporchi di vernice.
Come fa a non avere freddo? si domandò Cristiano allungando le dita verso la lampada accanto al letto.
«Non accenderla. Mi dà fastidio.»
Cristiano si accoccolò nel groviglio caldo di coperte e lenzuola. Il cuore gli batteva ancora forte. «Perché mi hai svegliato?»
Poi si accorse che suo padre stringeva in mano la pistola. Quando era ubriaco spesso la tirava fuori e girava per casa puntandola sul televisore, sui mobili, sulle luci.
«Come fai a dormire?» Rino si voltò verso il figlio. Aveva la voce impastata come se avesse ingoiato un pugno di gesso.
Cristiano si strinse nelle spalle. «Dormo...»
«Bravo.» Suo padre tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una lattina di birra, l'aprì e la finì in un sorso e si pulì la barba con un braccio, poi l'accartocciò e la buttò a terra. «Non lo senti, il bastardo?»
Non si sentiva niente. Nemmeno le macchine che di giorno e di notte sfrecciavano davanti a casa e che se chiudevi gli occhi avevi l'impressione ti entrassero nella stanza.
È la neve. La neve copre i rumori.
Suo padre si avvicinò alla finestra e poggiò la testa sul vetro umido di condensa. Ora la luce in corridoio gli dipingeva i deltoidi e il cobra tatuato sulla spalla. «Dormi troppo pesante. In guerra a te ti bevono per primo.»
Pubblicato nel 2006, Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti è il vincitore del Premio Strega 2007, riconoscimento letterario gestito dalla Fondazione Bellonci.
Questo romanzo, come accaduto per altre precedenti opere dello scrittore, ha provocato differenti reazioni sia tra il pubblico sia tra i critici letterari. Accoglienza certamente positiva è stata quella del regista Gabriele Salvatores che ha deciso, come accaduto per il precedente Io non ho paura, di trarne un film.
Brutali e a momenti tragicomiche sono le situazioni che accompagnano gli irragionevoli, spietati e istintivi personaggi di Ammaniti. Legati tra loro da sentimenti, a volte incomprensibili, di amore e solidarietà , ma terribilmente offuscati dall’emarginazione, dall’ignoranza e distorti dalla solitudine. Sono individui, per quanto disgustosi e violenti, alla ricerca del proprio Dio.
La suggestiva ambientazione, la naturale capacità dello scrittore di dipingere in maniera grottesca e vivace una parte di questa nostra società, il linguaggio crudo, ma scorrevole e fluido e infine la profonda umanità con cui i personaggi vengono descritti rendono questo romanzo avvincente e complesso. So che molti lettori non lo hanno apprezzato, ma io credo che Come Dio comanda non faccia che confermare lo straordinario talento narrativo di Ammaniti.