“(…) Durante la giovinezza, e prima di guadagnare Parigi nel 1952, Luca era stato tra i fondatori del gruppo surrealista del suo paese. Con Dolfi Trost, aveva redatto e pubblicato a Bucarest nel 1945 un singolare documento teorico, Dialectique de la dialectique (qui presentato per la prima volta in italiano), nel quale si celebrava l’amore come «il metodo rivoluzionario relativo-assoluto» del surrealismo, e «il magnetismo erotico come il nostro più valido supporto insurrezionale», propugnando parimenti un’«erotizzazione senza limiti del proletariato». Il manifesto in questione criticava alcune degenerazioni “spettacolari” del surrealismo e ibridava il materialismo dialettico in un modo piuttosto singolare (e che non sarebbe dispiaciuto a gente come Sade o Bataille), legandolo alla sfera tempestosa e sommamente creativa di ciò che ha a che fare col desiderio e l’erotismo.
L’amore carnale era da sempre uno dei pallini di Breton & C., ma qui si andava oltre, proponendolo come vero e proprio strumento di lotta rivoluzionaria e di movimento dialettico capace di svellere moralismi e luoghi comuni senza requie.
Il momento non era però dei migliori. Siamo pur sempre nel 1945: il secondo conflitto mondiale è ancora in corso, i surrealisti sono esuli per il mondo, intenti a salvare la pelle oppure impegnati a combattere attivamente il nazifascismo.
Dialettica della dialettica rimane quindi un testo misconosciuto, accantonato velocemente, di sicuro per il marginalismo del gruppo romeno e per l’innegabile “centralizzazione” operata dai surrealisti francesi all’interno del movimento, ma soprattutto perché risultava indigesto e provocatorio proprio agli occhi dei tanti materialisti dialettici dell’epoca e che, incarnati nello stalinismo romeno, avrebbero poi sciolto il gruppo di Bucarest e perseguitato i suoi membri.”
Maldoror Press
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