CENNI BIOGRAFICI
Giovanni Battista Draghi (o Drago) nasce a Jesi in provincia d'Ancona nel 1710. Il soprannome Pergolesi deriva dal nonno Francesco, un artigiano originario della cittadina di Pergola (PU) trasferitosi nel 1635 nella città natale di Giovanni Battista. Col tempo il soprannome Pergolesi divenne di uso comune per designare la sua famiglia. La posizione del padre, un amministratore statale, consentì al giovane Giovanni Battista una giovinezza relativamente agiata ed una prima formazione musicale. Dopo i primi studi di organo e violino nella città natale, durante i quali mostrò un notevole talento musicale; all'età di quindici anni, grazie al mecenatismo del vescovo di Larino e Governatore della Santa Casa di Loreto Carlo Maria Pianetti fu ammesso nel celebre "Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo" a Napoli, dove ebbe modo di studiare composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola musicale napoletana, come Francesco Durante e Gaetano Greco. La Napoli della prima metà del settecento era senza dubbio una delle città più vivaci dal punto di vista musicale: artisti come Alessandro Scarlatti, Nicola Porpora o Leonardo Leo avevano proposto con successo lo stile musicale napoletano nelle corti di tutta Europa e non è sorprendente che nel 1739 lo scrittore e politico francese Charles de Brosses riferendosi alla città partenopea, la definisse la capitale mondiale della musica. In virtù del suo talento come violinista, Pergolesi fu nominato nel 1729 capo paranza dell'orchestra del conservatorio, titolo che si potrebbe associare all'attuale primo violino. Si diplomò nel 1731 a ventuno anni, componendo, come saggio finale, l'oratorio La conversione e morte di San Guglielmo; nell'ultimo anno di studi aveva già composto alcune altre opere di pregio come l'oratorio La fenice sul rogo, ovvero la morte di San Giuseppe (la cui attribuzione è però considerata dubbia da alcuni studiosi), una Messa in Re e l'opera Sallustia (messa in scena 2 anni dopo), che gli diedero una certa fama e lo posero nel novero dei più promettenti giovani compositori napoletani. Proprio per questa notorietà, al termine degli studi fu assunto dal Principe Stigliano Colonna (appartenente al ramo napoletano della nota famiglia nobile), con l'incarico di maestro di cappella godendo inoltre della protezione dell'influente duca di Maddaloni.
English
Born at Jesi, Pergolesi studied music there under a local musician, Francesco Santini, before going to Naples in 1725, where he studied under Gaetano Greco and Francesco Feo among others. He spent most of his brief life working for aristocratic patrons like the Colonna principe di Stigliano, and duca Marzio IV Maddaloni Carafa. Pergolesi was one of the most important early composers of opera buffa (comic opera). His opera seria Il prigioner superbo contained the two act buffa intermezzo, La Serva Padrona (The Servant Mistress, August 28, 1733), which became a very popular work in its own right. When it was performed in Paris in 1752, it prompted the so-called Querelle des Bouffons ("quarrel of the comedians") between supporters of serious French opera by the likes of Jean-Baptiste Lully and Jean-Philippe Rameau and supporters of new Italian comic opera. Pergolesi was held up as a model of the Italian style during this quarrel, which divided Paris's musical community for two years. Among Pergolesi's other operatic works are his first opera La conversione e morte di San Guglielmo (1731), Lo frate 'nnamorato (The brother in love, 1732, to a Neapolitan text), L'Olimpiade (January 31, 1735) and Il Flaminio (1735). All his operas were premiered in Naples, apart from L'Olimpiade, which was first given in Rome. Pergolesi also wrote sacred music, including a Mass in F and his Magnificat in C major. It is his Stabat Mater (1736), however, for male soprano, male alto, and orchestra, which is his best known sacred work. It was commissioned by the Confraternità dei Cavalieri di San Luigi di Palazzo (the monks of the brotherhood of San Luigi di Palazzo) as a replacement for the rather old-fashioned one by Alessandro Scarlatti for identical forces which had been performed each Good Friday in Naples. Whilst classical in scope, the opening section of the setting demonstrates Pergolesi's mastery of the Italian baroque 'durezze e ligature' style, characterized by numerous suspensions over a faster, conjunct bassline. The work remained popular, becoming the most frequently printed work of the 18th century, and being arranged by a number of other composers, including Johann Sebastian Bach, who used it as the basis for his psalm Tilge, Höchster, meine Sünden, BWV 1083. Pergolesi wrote a number of secular instrumental works, including a violin sonata and a violin concerto. A considerable number of instrumental and sacred works once attributed to Pergolesi have since been shown to be falsely attributed. Much of Igor Stravinsky's ballet Pulcinella, which ostensibly reworks pieces by Pergolesi, is actually based on spurious works. The Concerti Armonici are now known to have been composed by Unico Wilhelm van Wassenaer. Many colorful anecdotes related by his early biographer, Florimo, were later revealed as fabrication, though they furnished material for two nineteenth-century operas broadly based on Pergolesi's career.
Pergolesi died at the age of twenty-six in Pozzuoli from tuberculosis.
Fonte: Wikipedia
L'OPERA
La composizione dello Stabat Mater, fu commissionata a Pergolesi nel 1735 (a qualche mese dalla morte), dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della Settimana Santa. Essa avrebbe dovuto sostituire la precedente versione di Alessandro Scarlatti, commissionata dalla medesima confraternita vent'anni prima. Pergolesi in effetti, nella stesura si mantenne fedele in linea di principio con l'esperienza di Scarlatti: simile è la strumentazione per archi e basso continuo, pure inalterata è la presenza nelle parti solistiche delle due sole voci di soprano e contralto. Entrambi i compositori suddividono la sequenza in una serie di duetti ed arie solistiche, così come era di prassi nel XVIII secolo: i numeri musicali infatti sono 12 per Pergolesi e ben 18 per Scarlatti. Ciò indica quanto la versione pergolesiana sia più breve e più concisa rispetto alla precedente: infatti, considerando l'intera sequenza composta da 20 stanze, il rapporto fra i diciotto numeri musicali di Scarlatti è quasi di un numero per stanza. Il lavoro di Pergolesi quindi è più compatto, ma al contempo non rinuncia alla struttura tr{spam link removed}onale così accentuata in quello precedente, nonostante le concezioni armoniche e melodiche risultino innovative ed al passo con le tendenze della musica di scuola napoletana ed europea. In effetti, può essere stata questa la ragione che spinse la confraternita a sostituire il lavoro di Scarlatti con una composizione "alla moda". Le innovazioni nel campo della musica sacra, sebbene incontrino maggior difficoltà ad attecchire rispetto a quelle di altri generi, trovano invece una unitaria compostezza nello Stabat Mater di Pergolesi: ciò avviene da un punto di vista stilistico grazie all'approdo ad una prospettiva più squisitamente sentimentale (Teoria degli affetti), incentrata sul pathos del testo sacro e, da un punto di vista tecnico-compositivo, grazie all'alleggerimento degli austeri toni presenti nella versione scarlattiana. Ciò non implica un completo abbandono delle forme tipiche della tr{spam link removed}one sacra - presente per esempio nei richiami arcaicizzanti di alcuni passaggi del "Fac, ut ardeat cor meum" - ma esse si compendiano in un perfetto bilanciamento con i drammatici trilli del "Cujus animam gementem" o nell'interpretazione dei toni dell'anima con il "Fac me vere tecum flere". Tali caratteristiche, fanno di questo lavoro uno dei più importanti esempi della musica italiana del '700. Lo Stabat Mater ha sempre goduto di una certa notorietà. Molti musicisti si ispirarono ad esso in alcune loro composizioni, quali ad esempio Giovanni Gualberto Brunetti, Camillo De Nardis e Giovanni Paisiello. Johann Sebastian Bach nella sua cantata Tilge, Höchster, meine Sünden (BWV 1083) utilizzò la musica dello Stabat Mater di Pergolesi con piccole modifiche di strumentazione e portando l'Amen finale nel modo maggiore e la adattò al testo del Salmo 51. Joseph Eybler, amico di Mozart e maestro di cappella a Vienna, sostituì alcuni duetti ed ampliò l'orchestra in un suo riadattamento.
Fonte: Wapedia
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