Antonio Vivaldi - Dixit Dominus[Flac]

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 07 - Dresdner Instrumental Concert - 7. Jubicabit in nationibus.flac10.78 MB
 08 - Dresdner Instrumental Concert - 8. Detorrente in via bibet.flac10.82 MB
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Description

Antonio Vivaldi - Dixit Dominus[Flac] [Tntvillage]



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ANTONIO VIVALDI (1678-1741)



DIXIT DOMINUS RV807



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BALDASSARRE GALUPPI (1706-1785)



Laetus Sum - Nisi Dominus - Lauda Jerusalem





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::->RECENSIONE<-::



... brilla questo disco perchè unisce il celeberrimo Dixit Dominus vivaldiano a tre splendide pagine sacre del Buranello, al secolo Baldassarre Galuppi, quasi a festeggiare il trecentesimo anniversario della nascita che cade proprio nel 2006: ilLaetatus sum, il Nisi Dominus e la Lauda Jerusalem. L’operazione è affidata a due formazioni tedesche, un coro ed un ensemble di strumenti originali: il Kornerscher Sing-Verein Dresden ed il Dresden Instrumental- Concert. La direzione e la concertazione è di Peter Kopp che propone un risultato musicale di grande bellezza: i tempi sono sempre staccati con generosità, la frase è scorrevole e pulita, l’agogica assai naturale. Alla riuscita della registrazione concorre poi un cast di voci soliste di eccezionale bravura: i soprani Roberta Invernizzi e Lucia Cirillo, il contralto Sara Mingardo, i tenori Paul Agnew e Thomas Cooley, i bassi Sergio Foresti e Georg Zeppenfeld.

FONTE: IBS





ANTONIO VIVALDI (1678-1741)



Le stagioni del «prete rosso»





Celebre violinista e compositore, figlio di un violinista della cappella ducale di San Marco, Antonio Vivaldi nacque a Venezia il 4 marzo 1678. Non si sa quasi nulla della sua infanzia:fu probabilmente allievo del padre, ma anche di Legrenzi (maestro di cappella in San Marco dal 1685 al 1690). Ricevuti gli ordini minori fra il 1693 e il 1696, nel 1703 è ordinato prete, e questo particolare, unito alla sua selvaggia capigliatura rossa (che campeggia anche in alcuni celebri ritratti, insieme al suo profilo deciso), gli valsero il soprannome di "Prete rosso". Un appellativo temprato anche dal tipo di musica, estremamente vivace, contagiosa e altamente virtuosistica che Vivaldi ha sempre saputo scrivere.

Intanto, però, a dispetto del famoso pseudonimo, una malattia molto misteriosa, di cui si preoccuperà tutta la vita, gli impedisce di esercitare il suo ministero e dopo un anno o due rinuncia alla messa. Secondo le sue stesse parole, sarebbe stato colpito da una certa "strettezza di petto", senza dubbio una forma di asma allora sconosciuta, analoga forse alla "strictura pectoris" dell'antica medicina. Dal 1703 al 1740 è maestro di violino e di composizione, poi "maestro dei concerti" e "maestro di coro" al Seminario musicale dell'Ospedale della Pietà, una delle quattro famose scuole di musica veneziane per ragazze orfane, bastarde o abbandonate.

Queste giovani cantavano e suonavano con ogni strumento; facevano della musica la loro occupazione principale, disponevano dei migliori maestri e le loro esecuzioni erano quindi celebri in tutta Europa (Rousseau nelle sue "Confessioni" vanta i meriti delle scuole veneziane in termini ditirambici). Vivaldi si assenta a più riprese da Venezia: dal 1718 al 1722 per dirigere la cappella del principe di Hasse Darmstadt a Mantova, nel 1723 e nel 1724 per far rappresentare delle opere a Roma (dove suona davanti al Papa). Tra il 1724 e 1725 sparisce provvisoriamente dai registri dell'Ospedale della Pietà: periodo di viaggi sui quali si è male informati. Visita comunque numerose città italiane e straniere (soprattutto in Germania e Paesi Bassi), sia in qualità di violinista che di impresario delle proprie opere (reclutando i cantanti, dirigendo le prove, controllando gli incassi). Le sue opere strumentali erano allora celebri ovunque, soprattutto le ormai celeberrime "Quattro stagioni" e il fondamentale, superbo, "Estro armonico". Nel 1740 decide di lasciare Venezia e giunge a Vienna, dove muore il 28 luglio dell'anno successivo, povero e solitario, rovinato, si disse, dalla sua eccessiva prodigalità. Alla sua morte e anche due o tre anni prima, questo geniale musicista, celebre in tutta Europa, era caduto improvvisamente nell'oblio più completo, oblio prolungato più di un secolo e che ha rischiato di diventare definitivo. Fortunatamente la riscoperta dell'opera di Bach (altro grande musicista dimenticato per quasi un secolo) rivelò ai musicisti tedeschi del secolo successivo le opere di questo misconosciuto Prete rosso, trascritte per l'appunto dal sommo Kantor. Poi, a partire dal 1905, alcuni musicologi (tra cui Marc Pincherle e Arnold Schering) studiarono metodicamente le opere pubblicate da Vivaldi ad Amsterdam e più tardi le centinaia di manoscritti (in gran parte autografi) acquistati nel 1919 dalla Biblioteca Nazionale di Torino (provenienti dalle collezioni private di M. Foà e R. Giordano, ma aventi per comune origine la biblioteca del conte Durazzo, morto alla fine del XVIII sec.).La musica di Vivaldi, oltre ad essere di una brillantezza senza pari e di un'invenzione melodica spesso squisita, è assai importante anche sul piano storico e dal punto di vista dell'evoluzione delle forme. Il grande veneziano ha infatti dato forma e perfezione definitive al concerto solistico (del quale l'op. 8 di Torelli illustrava già le strutture), confermando la divisione tripartita e rafforzando la contrapposizione del "tutti" e dei "soli", e soprattutto introducendo nella parte dei solisti una intensa espressività, un lirismo personale conosciuta in quel tempo soltanto nell'aria d'opera. Questo individualismo dei solisti (se ne possono avere diversi senza che debba trattarsi di un concerto grosso) si afferma spesso in uno stile brillante che non è senza parentela con il bel canto dell'opera veneziana o napoletana del tempo. D'altra parte le sue "sinfonie" e i suoi "concerti ripieni" gli conferiscono una posizione privilegiata alle origini della sinfonia classica. In tutte le musiche strumentali una imprevedibile fantasia, una euforica vitalità, danno al genio di Vivaldi il carattere universale che gli impedirà sempre di invecchiare. Grande peso e indubbia rivalutazione è data anche alle sue opere teatrali, in passato considerate convenzionali e finalmente viste nella loro giusta luce. Questa attività, sovente considerata di secondo piano, fu invece l'occupazione principale del musicista. Il suo spirito imprenditoriale lo portò spesso ad essere impresario di se stesso; nel 1715 era noto a Venezia come socio del teatro Sant'Angelo, dove si esibiva anche come primo violino. Nel 1718 passò a un teatro più famoso, il San Moisè; in entrambi face rappresentare alcune sue opere. Queste sue molteplici occupazioni gli procurarono non poche critiche, la più celebre delle quali fu quella adombrata nel pamphlet intitolato "Il teatro alla moda" di Benedetto Marcello. Tra il 1718 e il 1720 i suoi impegni lo portarono a Mantova; qui conobbe la cantante Anna Giraud, interprete principale delle sue opere. Il "Prete rosso" non ammise mai una relazione che travalicasse l'amicizia e l'assistenza sanitaria che la Giraud gli avrebbe offerto assieme alla propria sorella Paolina. Tuttavia, questa amicizia, che durò a lungo, provocò nel 1737 un richiamo da parte del cardinale Ruffo, legato apostolico a Ferrara.Tornando alle problematiche legate alla sua rivalutazione, la scoperta relativamente recente della sua musica sacra ha rivelato qualche autentico capolavoro anche in questo campo, come ad esempio lo splendido "Gloria". Infine non bisogna dimenticare che Haendel, Leclair e soprattutto Bach gli devono in gran parte la loro iniziazione alle forme più perfette della musica strumentale. Bach, per citare l'esempio più famoso, ha trascritto ben nove concerti di Vivaldi (sei adattati al clavicembalo, uno per quattro clavicembali e due per organo), a testimonianza dell'ammirazione che il Kantor portava per il bizzarro e vulcanico veneziano.

FONTE





BALDASSARRE GALUPPI (1706-1785)





Baldassare Galuppi detto «Il Buranello», dall'isola di Burano vicino Venezia dove nacque il 18 ottobre 1706, fu un fecondo compositore, apprezzato in tutta Europa. Come il concittadino Vivaldi compì i suoi primi studi musicali sotto la guida del padre, modesto violinista. Galuppi manifestò precocemente la sua innata propensione alla dimensione teatral-drammaturgica della musica, componendo, giovanissimo, La fede nell’incostanza ossia Gli amici rivali, un’opera che però non riscosse successo. Studiò poi composizione e clavicembalo col Lotti e, dopo un breve periodo trascorso a Firenze, fece ritorno a Venezia riscuotendo i primi consensi e iniziando una intensa attività teatrale.

Nel 1740 divenne maestro di coro all’Ospedale dei Mendicanti.

Nel 1741 intraprese il primo importante soggiorno all’estero, a Londra, dove ricoprì il ruolo di direttore musicale al New Theatre di Haymarket, inaugurandone la stagione il 31 ottobre col pasticcio Alessandro in Persia che ottenne un grande successo, con 21 repliche nella stagione. Galuppi compose opere serie a Londra fino al 1743. Al ritorno in patria ottenne incarichi sempre più prestigiosi ed importanti, diventando il più celebre ed apprezzato compositore del nord Italia.

Nel 1748 divenne vice maestro e nel 1762 primo maestro di cappella a San Marco e, sempre quell'anno, direttore dell’Ospedale degli Incurabili. Nel 1765 Caterina di Russia, dopo un lungo periodo di serrate trattative con il governo della Serenissima, ne ottenne il trasferimento a Pietroburgo, dove divenne compositore di corte e maestro di cappella, acquisendo fama anche come virtuoso del clavicembalo.

Ritornò a Venezia tre anni dopo, per dedicarsi principalmente alla musica sacra.

Morì il 3 gennaio 1785 a Venezia.

Galuppi fu famoso soprattutto come compositore d’opere, sia serie che buffe: dal 1728 al 1773 vennero rappresentate in tutto 91 opere sue a Venezia, Torino, Milano, Roma, Londra, Vienna, Napoli, Padova, Madrid, Pietroburgo e in altre città. Da rilevare la sua feconda collaborazione con Carlo Goldoni dalla quale nacquero capolavori come L’Arcadia in Brenta e Il Filosofo di Campagna. Compose inoltre 10 serenate e cantate drammatiche, 27 oratori, numerose opere a carattere religioso, 51 sonate per cembalo, 7 concerti a quattro per archi, 3 concerti per flauto traverso, 2 concerti per cembalo e una sonata per trio.





::->DATI ALBUM<-::



Titolo: Dixit Dominus / Laetus Sum - Nisi Dominus - Lauda Jerusalem

Compositore: Antonio Vivaldi - Baldassarre Galuppi

Etichetta: Archiv

Prezzo : € 19,80



Esecutori: Dresdner Instrumental Concert



Anno di incisione: 2006



::->DATI TECNICI E NOTE<-::





Sample Rate : 44100 Hz

Channels : 2

Bits Per Sample : 16

Bitrate : 702 kbps

Codec : FLAC

Encoding : lossless





::->NOTA<-::

A riprova della preziosità di queste composizioni faccio notare che non vengono citate nè su wikipedia nè in altre pagine biografiche sul web. Quella presentata è la prima incisione mondiale del Dixit Dominus RV807 di Antonio Vivaldi.




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